La gestione molto particolare dell’intera questione allenatori in casa Città di Asti desta parecchi dubbi e perplessità
Città di Asti, ma che ti succede? Si può dire tutto tranne che sia una società anonima. L’ultimo evento porta
Alessio Battaia sul treno in direzione Lombardia, con il biglietto di sola andata. Un gesto da rispettare, soprattutto per chi investe in questa disciplina, ma ci sono parecchie cose che non tornano in questa vicenda. In primis una questione oggettiva. I numeri non tornano: sotto la gestione
Fiscante undici punti in sei partite, con quella Battaia sette punti in altrettante gare. Viene da ragionare se sia stato corretto sollevare dall’incarico il laterale offensivo torinese. La società astigiana non farà un passo indietro in merito a questa decisione, in quanto Fiscante impegnato anche da allenatore rendeva meno nelle vesti da giocatore: ma la domanda è lecita, un allenatore non dovrebbe essere giudicato anche in base ai risultati? Il secondo punto riguarda più approfonditamente la vicenda Alessio Battaia.
Chiamato quest’estate, presentato alla squadra, guida anche per un paio di settimane gli allenamenti salvo poi venir sollevato dall’incarico. Tutto questo non basta affinché le strade si separino definitivamente, in quanto al primo richiamo del Città di Asti,
l’allenatore lombardo risponde nuovamente presente e viene messo al posto di Fiscante con i risultati già descritti. Difficile affermare se Battaia sia adatto o meno ad allenare questa squadra, ma principalmente lui è una vittima della gestione “particolare” di questa società. Forse prima di assumere qualunque decisione, giusta o sbagliata che sia, bisognerebbe fare anche un po’ di autocritica.