Dal Mondo
Pato Reinaldi chiama dal Brasile: «Seguo sempre il campionato italiano, mi piacerebbe tornare…»
La nuova vita da imprenditore in Brasile non ha fatto dimenticare a Pato Reinaldi la passione per il calcio a cinque: un ritorno in Italia non pare più impossibile
Da lontano forse è ancora più bella, perché scopri quanto ti manca. Per chi poi ha indossato anche la maglia della Nazionale italiana, la nostalgia è ancora più forte. In questa stagione Heverton Pato Reinaldi ha osservato il futsal nostrano da lontano. Adesso ha indossato i panni dell’imprenditore nel settore del fitness. Ha aperto già due sedi in Brasile che portano il suo logo, ma nel Dna scorre sempre il calcio a cinque: «E’ vero non posso negare che avrei voglia di tornare a giocare. Questa nuova attività mi sta impegnando, dandomi anche soddisfazioni personali, ma nello stesso tempo non dimentico l’attività sportiva. Mi alleno di continuo e in Brasile sto disputando dei campionati regionali». Anche perché il passato è ormai alle spalle, con quel 24 febbraio 2017 che ha segnato la sua carriera. Il terribile incidente di gioco nel derby padovano, quando indossava la maglia del Petrarca, è solo un ricordo: «Sono stato fortunato, ho sofferto, ma adesso forse mi sento meglio di prima». Dopo il lungo stop aveva trovato casa in Calabria, a Rossano con la maglia del Traforo (serie C1) che adesso è in corsa playoff nella serie B girone G. «Sinceramente ho avuto la possibilità di tornare in Italia in questa stagione, ma sono alla ricerca di un progetto serio e ambizioso. La categoria non è importante». Anche perché in quasi dodici anni ha girato la penisola da nord a sud, ritagliandosi sempre soddisfazioni: «Il calcio a cinque mi ha dato tanto, ma sento ancora che possa dare altrettanto». Classe 1987, il curriculum dice Thiene, Luparense, Castellamonte, Carmagnola, Astense, Petrarca, Traforo, senza dimenticare l’esperienza francese con il Bethune Futsal: «Nonostante mi trovi qui, seguo molto spesso il campionato italiano, ma soprattutto quello delle squadre in cui sono stato, oltre alla L84 con la quale c’è stata una collaborazione in merito al trasferimento di Luizinho e Tambani. In Italia ho tanti amici e questo mi permette di essere informato». La speranza è che, tra qualche mese, il tutto possa essere vissuto in prima persona.