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Mai visto prima: indagine sullo stato di salute del futsal italiano. Con Daniele Perrini
Lo stratega del futsalmercato pugliese: “Quando i roster erano pieni di fuoriclasse nessuno ha voluto programmare”
Mai visto prima. E’ una sensazione diffusa. Come se quella alle porte fosse destinata a diventare la stagione spartiacque, tra un prima fatto di alti e (tanti) bassi e un dopo rigoglioso, florido, stabile. Una sorta di anno zero. Il vago sospetto ce lo danno i tanti top player, giovani e meno giovani, che stanno scegliendo l’Italia (come mai prima d’ora). E, soprattutto, il concreto interesse che Sky continua a mostrare verso la nostra disciplina, con una doppia diretta settimanale di cui mai avevamo potuto godere in passato. Favorevoli o contrari, possibilisti o negazionisti: la verità ci interessa tutta perché ogni modo di vederla può offrirci spunti di confronto preziosissimi. E allora intraprendiamo insieme questo lungo e formativo viaggio. Il quinto appuntamento, dopo Andrea Rubei (QUI), Danilo Lemma (QUI), Nicola Giannattasio (QUI) e Francesco D’Ario (QUI) è con Daniele Perrini.
PRODOTTO LOCALE DIMENTICATO – “Onestamente penso che negli ultimi dieci anni il livello tecnico in Italia non sia affatto cresciuto. Ricordo di roster pieni di fuoriclasse e giocatori importanti, società ricche di calcettisti che venivano in Italia nel pieno della propria carriera. A mio avviso, quindi, non si è lavorato per niente bene per far sì che in quel periodo ci potesse essere anche la crescita del prodotto locale. Si è sempre vissuto il momento di una o dell’altra società, a seconda delle disponibilità economiche. Non si è pensato mai a programmare“.
FUTSALTV E SETTORE GIOVANILE – “Quanto al discorso Sky devo dire che sono contento perché comunque a livello di immagine è una buonissima vetrina. Però dato che parliamo di uno sport di nicchia, così facendo lo rendiamo ancor più di nicchia. Fosse per me, insomma, cercherei di renderlo il più popolare possibile. Mio modestissimo parere. FutsalTv di conseguenza è un’ottima iniziativa che, appunto, può servire affinché tutti possano accedere al prodotto futsal. Spero solo che queste nuove regole invoglino le società ad investire più sui settori giovanili che sul singolo campione. Poi è chiaro che se uno ha la possibilità di spendere è bene che lo faccia, magari portando in Italia i giocatori più forti in circolazione“.