Editoriale
Mai visto prima: indagine sullo stato di salute del futsal italiano. Con Diego Giustozzi
L’attuale CT del Vietnam: “Era assolutamente necessaria una svolta, giustissima la nuova regola. Servono tempo e pazienza per far tornare l’Italia al top”
Mai visto prima. E’ una sensazione diffusa. Come se quella alle porte fosse destinata a diventare la stagione spartiacque, tra un prima fatto di alti e (tanti) bassi e un dopo rigoglioso, florido, stabile. Una sorta di anno zero. Il vago sospetto ce lo danno i tanti top player, giovani e meno giovani, che stanno scegliendo l’Italia (come mai prima d’ora). E, soprattutto, il concreto interesse che Sky continua a mostrare verso la nostra disciplina, con una doppia diretta settimanale di cui mai avevamo potuto godere in passato. Favorevoli o contrari, possibilisti o negazionisti: la verità ci interessa tutta perché ogni modo di vederla può offrirci spunti di confronto preziosissimi. E allora intraprendiamo insieme questo lungo e formativo viaggio. L’ottavo appuntamento, dopo Andrea Rubei (QUI), Danilo Lemma (QUI), Nicola Giannattasio (QUI), Francesco D’Ario (QUI), Daniele Perrini (QUI), Marco Bramucci (QUI) e Damiano Basile (QUI) è con Diego Giustozzi.
LA STRADA GIUSTA – “Ci ho vissuto undici anni in Italia, ho tanti amici, ci sono cresciuto, seguo ancora il campionato con interesse, passione e voglia quindi più o meno sono aggiornato su tutto. E devo dire che rispetto a dieci anni fa l’Italia non dico che abbia fatto passi indietro ma di sicuro non ne ha fatti in avanti. Ci sono tanti campionati emergenti come quello argentino o il portoghese che credo negli ultimi tempi vi abbiano sorpassati. E’ un peccato perché a livello globale ci troviamo in un ottimo momento per il futsal, questo sport sta crescendo tanto. Detto ciò, anche se molti non la penseranno come me, credo che la scelta di ridurre il numero di stranieri o non formati sia stata una decisione assolutamente giusta e motivata. Il tempo darà ragione o torto ma l’Italia doveva e deve fare qualcosa di diverso. Se insisti sulla stessa strada i risultati, tanto a livello di club che di Nazionale, non cambiano. E non sono quelli che l’Italia merita. Insomma, la peggior azione è la inazione. Ora solo il tempo ci dirà se la Divisione ha avuto ragione o meno però intanto solo così si può valorizzare e far crescere il giocatore italiano. E devo dirti un’altra cosa: quando giocavo ho anche allenato nel settore giovanile e ricordo che di “materiale” per poter lavorare ed ottenere risultati ce n’era assolutamente. Bisogna crederci e avere pazienza. La strada nuova intrapresa può essere quella giusta. Mi auguro di cuore che il campionato torni ad essere quello del 2002, 2003, 2004 quanto tanta gente importante di questo mondo voleva venire in Italia“.
SENSO DI APPARTENENZA – “E’ importante valorizzare il prodotto agli occhi degli altri, quindi avere uno strumento come Sky è fondamentale. L’unico appunto riguarda il “come”. Avere gli spalti vuoti di certo non aiuta, ecco perché ultimamente anche il Calcio a 11 si è organizzato e hanno iniziato a costruire stadi sempre più piccoli, da quaranta o cinquantamila posti. Televisivamente parlando è importante avere gli spalti pieni, così si genera quel senso di appartenza che è fondamentale per la buona riuscita di un evento. Spero che anche Sky possa permettere al futsal italiano di tornare ai livelli di un tempo. Dall’esterno posso dirti che ha perso un po’ di fascino. Ma la verità è che il mondo del futsal ha bisogno di un’Italia forte. Quindi spero possiate riprendere il vostro cammino e migliorare. Resto uno dei vostri primi tifosi“.