Serie A
Bellarte, il sogno americano del futsal: «Esperienza unica a Philadelphia»
Massimiliano Bellarte non si ferma mai e dopo aver vinto in Belgio è rientrato in Italia (sulla panchina del Real Rieti), ma senza lasciarsi sfuggire l’occasione di un “salto” negli Stati Uniti, a Philadelphia, col futsal sempre in testa
L’allenatore del Real Rieti, Massimiliano Bellarte,ha chiuso la sua esperienza in Belgio con l’Halle-Gooik, vincendo il campionato e tornando in Italia da conquistatore. Nel Belpaese, comunque, il tecnico di Ruvo di Puglia aveva già vinto non poco per avere meno di 40 anni: una coppa Italia e una Supercoppa Italiana (2013-14) con l’Acqua&Sapone, un campionato di B a Modugno (2006-07) e una coppa di Serie C col Ruvo nel 2004-05. Non si limita a pensare in piccolo, Max Bellarte: forse anche per questo ha allargato i suoi confini dapprima verso il Belgio e ora aprendo una frontiera del futsal con gli Stati Uniti.
Mister Bellarte, cosa ci può raccontare della sua esperienza di calcio a 5 negli USA, a Philadelphia?
«E’ stata un’esperienza fantastica perché non ero mai stato così vicino a quelle “facilities” di cui loro parlano, ossia tutti i luoghi dove ogni sport si realizza. Hanno strutture e ne costruiscono altre per tentare di sviluppare qualsiasi forma sportiva che possa regalare spettacolo. Stanno provando a rendere il futsal nostrano idolo del pensiero, riproducendolo a livello giovanile».
Come è nata questa collaborazione e, soprattutto, avrà un seguito futuro?
«E’ nata dalla stima reciproca con Rob Brown, che è un appassionato di futsal. Speriamo si dia continuità a tutto quello che stanno pensando, soprattutto a livello di College: significherebbe che il futsal sarà diventato importante negli States».
Poco più di un anno fa si è sentito parlare di un grande progetto americano per il futsal: è davvero così?
«Quello che io ho vissuto, e quello di cui sto parlando, non è quel grande progetto americano di cui si parlava, che non credo abbia tanto a che fare con il futsal regolamentato dalla Fifa».
Nel calcio a 11 gli USA hanno insegnato e possono insegnare molto sul fronte femminile: sarà così anche per il futsal?
«Il futsal femminile è in crescita in Italia, in Europa e lo sarà ancora confermando il lavoro che si sta facendo a livello di squadre Nazionali giovanili. Negli States le ragazze partecipano in egual modo forse allo sport, almeno ho visto questo nel futsal e nel soccer. Delle cinque squadre che ho allenato là, due erano formate da ragazze».
Tornando a casa nostra, quindi, cosa possiamo dire del “nostro” sport? Quali sono le condizioni di salute del futsal italiano?
«Non sono un medico e soprattutto sono stato un emigrato nell’ultima stagione. Poi quello che mi va di fare meno sono le analisi, ma cercare di partecipare in modo attivo a migliorare il gioco per quel poco che posso».
Cosa ci manca per un significativo salto di qualità?
«Il salto di qualità si può fare, a patto che ci concentrassimo nella rincorsa».
Cosa l’ha spinta a tornare in Italia?
«Quello italiano è uno dei migliori tornei in Europa: forse il campionato più difficile. Ho colto la possibilità di ritornare a competere qui e l’ho fatto».
Diventare CT azzurro è un suo obiettivo per la carriera?
«Di solito sogno tanto, però mi pongo obiettivi più realistici e realizzabili».
Quali prospettive ha per questa stagione e per il futuro più a lungo termine col Real Rieti?
«Ci siamo dati appuntamento al ballo delle pretendenti per il titolo. Per guardarlo, ammirarlo e cercare di entrarvi. Per danzare con tutte loro».
Per concludere, se potesse chiedere alla sua società di esaudire un desiderio, cosa chiederebbe?
«La dirigenza ha già realizzato il desiderio di portarmi a lavorare in un ottimo ambiente di lavoro, con una struttura ottima e avendo a disposizioni bravi giocatori. Adesso toccherà a noi cercare di esaudire il desiderio della società…».