Editoriale

Ciao ciao Luparense, ultima vittima di un sistema sbagliato

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L’addio della Luparense alla Serie A ha lasciato molti dubbi e strascichi, ma è il sistema calcio a cinque a non funzionare al meglio

L’ennesima prova: la Luparense è arrivata ai titoli di coda, ufficializzati dal comunicato ufficiale del presidente Zarattini. Un’altra dimostrazione che nel sistema del calcio a cinque qualcosa non va. Errato è affermare che i presidenti investano su questa disciplina. Investire significa impiegare una somma di denaro nell’acquisto di valori o beni durevoli. Così recita il vocabolario. Peccato che di durevole ci sia ben poco, perché la Luparense sarebbe l’ultima società di una lista che annovera vittime illustri. Non facciamo nomi, in quanto ogni cimitero che si rispetti ha le proprie lapidi con annessi epitaffi. Ma il problema principale è quello che in questa disciplina nessuno si arricchisce e in tanti ci perdono. Ci perdono in primis i presidenti, che devono sostenere spese ingenti ma senza avere alcun ritorno economico. O forse meglio dire che le uscite non sono esattamente paritarie alle entrate. Gli sponsor non investono su una disciplina che ha poca visibilità, mediatica e di pubblico. Ben vengano le iniziative del presidente Montemurro, ma c’è ancora tanto da lavorare. E c’è tanto da lavorare soprattutto sulle strutture, spesso non idonee ad accogliere il futsal. Così è normale che qualcuno alzi bandiera bianca, oppure decida di investire i propri soldi in un altro sistema. Pallacanestro e pallavolo sono avanti anni luce, senza parlare del calcio che anche nelle categorie inferiori riesce a stimolare ed attrarre investitori. Troppo facile puntare il dito su chi decide di farsi da parte. Personaggi più o meno discutibili che entrano a far parte di questo sistema. Forse è proprio quest’ultimo che non funziona, in quanto permette a loro di entrare in un mondo che regala solo soddisfazioni effimere.

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