Serie A

Colini: “Futsal italiano pieno di criticità. Ecco perché rifiuterei un incarico da CT”

L’allenatore dell’Italservice Pesaro Fulvio Colini ai microfoni di Futsal2U si è espresso sullo stato di salute del futsal italiano e non solo

Tante tematiche trattate e naturalmente con concetti mai banali. Fulvio Colini ha analizzato ai microfoni di Futsal2u il format di Sport2u in collaborazione con OA Sport lo stato di salute del futsal italiano e non solo: “Credo che lo standard italiano sia quasi alla pari del top europeo. Fanno la differenza alcuni valori assoluti e mancano e le risorse. Il Barcellona, ad esempio, può contare su una rosa di giocatori di altissimo livello e può investire perché alle spalle c’è un contesto organizzato. In Italia si fa il passo del gambero per scelte di format, strutture inadeguate, estinzione delle principali squadre della nostra tradizione e allenatori esonerati alla quarta giornata non più pagati. In buona sostanza, non c’è un’organizzazione che autorizzi un pensiero positivo circa lo sviluppo della nostra disciplina a livello di crescita proprio per tutta questa serie di criticità”. 

Il più titolato degli allenatori in Italia esclude che un giorno possa ambire a diventare CT: “Non questa Nazionale, figlia di questa divisione, figliastra della Figc, madre di pressioni, non mi interessa…” e si esprime sui primi risultati raccolti dalla Nazionale firmata Max Bellarte: “Questa Nazionale la potremo valutare davvero solo quando affronterà compagini di pari livello. I risultati ottenuti sono, io credo, conseguenza di una differenza di valori. L’Italia, oggettivamente, è più forte di Belgio, Finlandia e Montenegro e quindi il fatto che si imponga è nella logica delle cose. Detto ciò, per quanto mi riguarda, questa compagine è di seconda fascia, non a livello delle top mondiale come Brasile, Spagna, Portogallo, Argentina e Russia e nello stesso tempo è da valutare quanto la gestione tecnica stia facendo. Mister Bellarte ha scelto coraggiosamente di convocare giocatori molto giovani, non però facenti parte della Serie A, lasciando a casa calciatori come Ercolessi, Romano, Azzoni e Fortini”.

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