
Come Sinner, nuovo rischio doping: "E' spaventoso" - Futsalnews24.com (screen Youtube)
Il clima attorno all’antidoping è tutt’altro che sereno. Gli ultimi mesi hanno fatto emergere più crepe che certezze, lasciando spazio a dubbi, sospetti e paure.
A innescare l’incendio è stato il caso Clostebol che ha coinvolto Jannik Sinner, poi risolto con un patteggiamento e una squalifica breve, ma sufficiente a tenerlo fuori dal circuito per tre lunghi mesi. Non un dettaglio da poco, considerando il ruolo da numero uno al mondo e il fatto che la sanzione sia arrivata in un momento di piena ascesa. L’aspetto più inquietante? Il clamore mediatico. L’azzurro è diventato in poco tempo bersaglio di critiche, teorie e persino attacchi personali, anche da parte di alcune figure di spicco del mondo sportivo.
Il suo silenzio, la scelta di non rispondere a ogni provocazione, non ha fatto altro che alimentare il dibattito. Eppure, nonostante l’assoluzione morale ricevuta da molti addetti ai lavori, quella nube non si è mai dissolta del tutto. Ecco perché, proprio in questi giorni, in pieno Masters 1000 di Madrid, le parole di una collega di Sinner hanno riportato alla luce l’inquietudine che serpeggia nel circuito. La contaminazione accidentale di Sinner infatti, ha reso l’ambiente del tennis un luogo di incertezze e di instabilità palpabile.
Doping, Choc Sabalenka: “Sto attenta a chi frequento”
La voce, stavolta, è quella di Aryna Sabalenka, numero uno della classifica WTA e protagonista annunciata a Madrid, dove ha già trionfato due volte (2021 e 2023). Ma il tennis, in questi giorni, è solo una parte della storia. Perché il vero fantasma, quello che le ruba il sonno, si chiama doping accidentale. E a confessarlo è stata lei stessa in conferenza stampa: “Quello che è successo mi ha reso molto più attenta e consapevole del pericolo che corriamo noi tennisti”. Il timore è lo stesso vissuto da Sinner e non è più soltanto una questione di prestazioni, ma di fiducia nel sistema.

Bevo e mangio solo cose che riesco a controllare personalmente o che mi dà il mio team – ha spiegato – e sto attenta anche a chi frequento e con chi entro in contatto. Poi, la frase che ha gelato l’ambiente: “Qualcuno potrebbe avere una crema che contiene una sostanza vietata e in qualche modo potrebbe finire nel mio corpo. Questa cosa la trovo spaventosa… ma purtroppo è così”. Una riflessione angosciante, che restituisce il clima di sospetto e insicurezza che si respira oggi nel tennis d’élite. Dove ogni stretta di mano, ogni contatto, ogni oggetto toccato diventa potenzialmente un rischio.