Editoriale
Coronavirus: semaforo rosso in Piemonte e Valle d’Aosta
La paura per il coronavirus ha provocato uno stop di ogni attività sportiva fino al 2 marzo: i motivi e le possibili soluzioni di questo periodo storico
Sarà una settimana che è già entrata a far parte della storia del movimento sportivo piemontese. Lo sport si ferma. Per una settimana, per adesso, fino al 2 marzo compreso. Così ha deciso il Comitato Regionale di Piemonte e Valle d’Aosta. Il coronavirus ferma tutti, anche il futsal. I palasport e le palestre sigillate, rendono praticamente impossibile il prosieguo dell’attività sportiva. Gli spogliatoi saranno silenziosi, e questa settimana anche se è appena iniziata sembra già interminabile. Non si tratta di una semplice sosta, perché in questo momento la maggior parte delle società non possono nemmeno svolgere le classiche sedute di allenamento. Lo sport come luogo di aggregazione è un binomio troppo pericoloso in questo contesto. Lo sport si è dovuto adeguare, ma non dobbiamo correre il rischio di diventare dei moltiplicatori della paura, anche perché si farebbe difficoltà a trovare la fine del tunnel di questa quarantena sportiva. Impossibile pensare che tra una settimana l’allarme coronavirus possa scemare o diminuire, anche perché la tendenza è quella di un trend di crescita. Ci si può difendere grazie ad una linea comune di sistemi di prevenzione e di igiene per una condotta comportamentale in grado da tenere quanto meno a debita distanza il virus. Forse questo potrebbe essere il primo passo per cercare di ritornare verso la normalità.