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Dal futsal al calcio a 11: i giocatori più famosi

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Calcio, futsal o tutte e due?

E se per diventare un grande calciatore passare dal futsal fosse un’ottima soluzione per sviluppare skills e capacità tecniche che tornano poi utili su campi molto più grandi? La testimonianza arriva da alcuni grandi campioni che, nel corso della loro adolescenza, hanno giocato a futsal, ammettendo come tale esperienza sia stata estremamente preziosa per il prosieguo della loro carriera.

La dimostrazione che calcio e futsal si intrecciano tantissimo anche nella vita di tutti i giorni ci arriva anche da un altro aspetto, ovvero dal fatto che tanti appassionati di scommesse che puntano sui casinò live sono ormai abituati a trovare un ampio palinsesto di quote che riguardano proprio anche il futsal.

Da Ronaldinho a Neymar, passando per Willian e Douglas Costa

Il calcio in Brasile è spettacolo, tecnica, fantasia, passione. In una parola è vita. Non deve stupire, quindi, che due grandi campioni del calcio mondiale arrivino proprio dal Futsal. L’ex giocatore di Barcellona, Psg e Milan, Ronaldinho, ad esempio, ha cominciato a praticare futsal all’età di sette anni, giocando con altri ragazzini in uno dei quartieri più poveri di Porto Alegre.

Spesso e volentieri è stato lo stesso Ronaldinho ad ammettere come buona parte delle sue fantasmagoriche e illuminanti giocate derivino proprio dall’esperienza fatta con il futsal. Secondo Dinho, il fatto di giocare in spazi così stretti permette di sviluppare molto velocemente un controllo di palla di un livello superiore.

Un altro grande campione a tinte verde ore, ovvero Neymar, ha sempre ricordato con grande orgoglio i primi passi da giovanissimo nel mondo del futsal. Street soccer e calcetto: così è iniziata la favola del giocatore del Psg e, secondo tanti addetti ai lavori, il fatto che stia avendo una carriera così splendente deriva anche proprio dal suo passato nel futsal.

L’ex juventino Douglas Costa è cresciuto proprio grazie alla “palestra” del futsal e le giocate che spesso e volentieri mette in mostra sul terreno di gioco ne sono una perfetta dimostrazione. Esattamente al pari di altri grandissimi giocatori del passato, tra i più forti nella storia del calcio, come Zico, Socrates e Pelè, anche Douglas Costa ha ammesso che il futsal è stato fondamentale per la sua crescita come calciatore, visto che ha sviluppato la capacità di smarcarsi negli spazi più stretti usando tutta la sua rapidità.

Iniesta e Figo

Non è casuale il suo soprannome, ovvero “l’illusionista”, dato che lo spagnolo Iniesta, quando decideva di nascondere il pallone agli avversari, non aveva rivali. Don Andrés si può inserire nella lista dei migliori centrocampisti nella storia del calcio moderno, avendo vinto praticamente tutto, sia a livello di club, con la maglia del Barcellona, sia a livello di nazionale, vincendo sia l’Europeo del 2008, in finale contro l’Italia, che del 2012, ma anche la finale di Coppa del Mondo contro l’Olanda due anni dopo, segnando proprio la rete che decise il match.

Ebbene, le capacità tecniche di Iniesta sono nate proprio grazie al futsal. Si è avvicinato al futsal semplicemente perché era l’unica disciplina presente nel luogo in cui viveva da piccolo, anche se il sogno di diventare un calciatore forte e famoso l’ha sempre accompagnato. Tra gli aspetti comuni con il calcio a undici, Iniesta ha sottolineato come anche nel futsal ci sia la necessità di saper gestire con grande precisione il palleggio, dovendo prendere decisioni con rapidità e affidandosi spesso all’istinto e alle intuizioni.

Il futsal ha accompagnato anche il grande campione Luis Figo nel corso della sua giovinezza. Come ha spiegato in più di un’occasione in un’intervista, anche per il portoghese è stata un’esperienza formativa molto importante per la sua carriera. Come mai? Semplicemente gli ha permesso di crescere soprattutto dal punto di vista tecnico, ampliando il suo bagaglio di skills, da poter sfruttare poi utilmente nel mondo del calcio professionistico, diventando uno dei giocatori più forti della sua epoca, protagonista anche di quello che è stato ribattezzato il trasferimento del secolo.

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