Editoriale
Di arbitri ed errori, ma è l’atteggiamento che conta
Gli arbitri restano settimanalmente al centro del mirino, ma sabato scorso ho vissuto con i miei occhi un esempio perfetto di come comportarsi al cospetto di errori
Spesso e volentieri si punta il dito contro gli arbitri, accusati di essere poco lucidi nei momenti topici della gara e di fomentare così il pubblico pagante. Non passa settimana che a ogni latitudine ci sia qualcuno a lamentarsi, che siano campionati nazionali o più “umili” campionati giovanili e regionali. L’eccezione che conferma la regola è andata in scena a Brandizzo sabato scorso. Per una volta, la terna arbitrale è stata “sconfitta” dai giocatori e anche dal pubblico. L84 e Real Cornaredo hanno messo in atto uno spot di professionalità e serietà fuori dal comune, al cospetto di svariate decisioni molto discutibili, per quanto logicamente in buona fede. I rispettivi presidenti Lorenzo Bonaria e Luca Cogliati si sono guardati spesso sugli spalti, abbozzando un sorriso. I giocatori sul parquet hanno capito e interpretato la situazione imbarazzante che si stava creando, il pubblico avrebbe potuto accendere la miccia, ma non l’ha mai fatto. Dopo i calci di rigore, nel tunnel degli spogliatoi, c’è stato un clima di un’ordinaria tranquillità. Vinti o vincitori, non vi è stata alcuna differenza di stile. Più complicata è però la situazione a livello locale e giovanile, laddove spesso e volentieri si incontrano arbitri alle prime armi con il calcio a cinque. Ecco, premesso che il giusto atteggiamento di giocatori, allenatori e dirigenti fa sempre la differenza anche nell’ausilio ai giovani fischietti, un minimo di formazione in più e conoscenza approfondita delle regole da parte dei direttori di gara resta indispensabile per fa crescere il movimento.