Editoriale

Futsal senza impianti adeguati, un dramma piemontese ma non solo

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L’assenza di impianti sportivi adeguati al futsal resta indubbiamente tra i problemi più duri da affrontare per le nostre società

Cercasi disperatamente impianti sportivi per il futsal. Questo potrebbe essere simbolicamente il cartello esposto da molte società piemontesi. L’ultima vicenda che ha come protagonista la Pro Vercelli riporta alla ribalta un problema ormai cronico: in Piemonte c’è forte carenza di impianti per il calcio a 5. In tal caso è doveroso fare la giusta distinzione tra impianti per il futsal e per il calcetto. Quest’ultimo rappresenta la parte amatoriale in cui in settimana si dà libero sfogo alle tensioni lavorative. Una fetta comunque importante tanto da esser abbondantemente accontentata con strutture che fioriscono a livello esponenziale. Campi all’aperto, spesso e volentieri in erba sintetica. Il futsal ha invece nel suo DNA il parquet e un impianto al coperto. In questo contesto si materializzano i campionati di Federazione in cui una rete non vale una scommessa vinta o persa con gli amici, ma tre punti in classifica. Ci si spende tempo, ma soprattutto denaro. Peccato solo che chi volesse intraprendere quest’ultimo percorso abbia spesso grande difficoltà nel reperire una struttura adeguata. Così si ricorre a soluzioni alternative quali palestre scolastiche oppure strutture religiose. E’ normale tutto questo? Che nella prima capitale d’Italia ci sia il Pala Ruffini e poco altro a rispondere a questi requisiti? Palasport che, tra l’altro, nel 1999 fece da cornice al primo e unico scudetto conquistato da una società di Torino. Come Torino, però, si può fare copia e incolla anche per altri capoluoghi di provincia piemontesi. Ma quanto è difficile fare futsal in Piemonte? Sprecare ore di riunioni per mettersi d’accordo con altre società di varia estrazione, il più delle volte per fissare orari di allenamento in quanto quell’impianto viene utilizzato da altre discipline. Così, capita troppe volte che chi arriva prima venga accontentato. Ma è normale? Una classica guerra tra poveri che le amministrazioni comunali spesso e volentieri fomentano con il loro immobilismo. E non solamente in Piemonte.

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