
Il nazionale mente sull'età, maxi penalizzazione: è una stangata - Futsalnews24.com (Pixabay)
Nel mondo dello sport, l’età può essere un vantaggio o un ostacolo. Essere più giovani spesso significa avere più tempo per emergere, più margine di crescita e migliori prospettive di carriera.
Ma cosa succede quando la realtà viene manipolata? Storie di atleti che hanno falsificato la propria età non mancano, e alcuni casi sono diventati vere e proprie pagine nere dello sport. Uno degli esempi più noti è quello di Eriberto, alias Luciano Siqueira de Oliveira. Arrivato in Italia con il nome di Eriberto, dichiarò di essere nato nel 1979, ma nel 2002 confessò la verità: il suo vero nome era Luciano e la sua data di nascita risaliva al 1975. Il motivo? Avere quattro anni in meno gli aveva aperto più porte e consentito di ottenere contratti migliori. Lo scandalo gli costò una squalifica di sei mesi e la necessità di ricostruire la sua carriera sotto la vera identità.
Ma il caso di Eriberto non è isolato. Nel 2024, il Borussia Dortmund fu travolto dalle polemiche quando il presunto padre di Youssoufa Moukoko dichiarò che l’attaccante, ufficialmente nato nel 2004, fosse in realtà di quattro anni più grande. Se confermato, questo avrebbe significato che Moukoko aveva ingannato i club sin dalle giovanili, ottenendo un vantaggio sleale. Eclatante anche lo scandalo scoppiato in Camerun nello stesso anno, con ben 62 calciatori sospesi per aver falsificato età e identità. Una pratica sistematica, usata per aggirare i limiti imposti nelle competizioni giovanili e prolungare artificialmente la carriera.
Scandalo in Bolivia: squalifica di 2 anni
Questi episodi dimostrano quanto la pressione nel mondo dello sport possa spingere gli atleti (o chi li gestisce) a manipolare la realtà. Ma alla fine, la verità trova sempre il modo di emergere e il prezzo da pagare può essere altissimo. E’ proprio quanto successo in Bolivia nella massima serie di calcio, che ha visto l’Aurora chiudere la stagione di Clausura 2024 al quarto posto. Dal prossimo anno però, i boliviani dovranno pagare lo scotto con 33 punti di penalizzazione per la falsa identità dichiarata da Montaño, il quale si è presentato in campionato dichiarando di avere 20 anni.

Il problema però è che l’ala destra di Cochabamba ha truccato la sua età anagrafica spostandola qualche anno indietro e per la precisione di ben 5 anni. La Lega boliviana ha deciso così di usare il pugno di ferro contro il calciatore, squalificandolo per 2 anni e costringendo anche Jaime Cornejo e Ivon Sandra Valencia, dirigenti del club, a una sospensione di ben 3 anni. Quella 2025, non sarà certo una stagione facile per l’Aurora…