
La big non si presenta: shock campionato, ko a tavolino - Futsalnews24.com (Pixabay)
Il calcio europeo moderno sta diventando una corsa senza fiato, soprattutto per le squadre impegnate nelle coppe continentali.
Champions League, Europa League e Conference impongono ritmi serratissimi, con partite decisive ogni tre giorni e margini di recupero sempre più ridotti. Allenatori e preparatori atletici si trovano costretti a gestire rotazioni continue, spesso sacrificando la qualità del gioco pur di arrivare in fondo a tutte le competizioni. Rispetto a 10 o 20 anni fa, la differenza è lampante. Anche allora si giocava tanto, ma il calendario era meno compresso e le pause internazionali più distanziate. C’erano sì i grandi classici europei del mercoledì sera, ma le squadre avevano il tempo di respirare, di preparare le sfide con attenzione e – soprattutto – di recuperare energie.Oggi si parla di “gestione delle energie”, un’espressione che racchiude il concetto di sopravvivenza agonistica. Gli infortuni muscolari sono in aumento, le polemiche anche e i club più blasonati iniziano a far sentire la loro voce. Non si tratta più solo di tutelare i calciatori, ma anche di proteggere investimenti milionari che rischiano di andare in fumo per un affaticamento non gestito, o per partite giocate a orari improponibili. La tensione tra società e federazioni è in crescita, e in Spagna la situazione è esplosiva: una big storica è pronta a sfidare apertamente la federazione, stanca di vedere i propri impegni snobbati da chi gestisce il calendario. Il calcio corre, ma qualcuno evidentemente sta iniziando a chiedersi: a che prezzo?
Ancelotti sul piede di guerra: “Non ci presenteremo in campo”
In Spagna è scoppiata una vera bufera dopo che il Real Madrid si è visto costretto a scendere in campo contro il Villarreal appena 66 ore dopo il derby di Champions League, vinto dalla squadra di Carlo Ancelotti. La sfida con il Sottomarino Giallo si è giocata il 15 marzo, e per i blancos è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il regolamento FIFA parla chiaro: ai calciatori spettano 72 ore di riposo tra una partita e l’altra. Invece, complice una gestione discutibile da parte della Federazione e del presidente della Liga Javier Tebas, i madrileni hanno avuto appena due giorni e mezzo per preparare una trasferta delicata.

Sarebbe bastato poco per evitare lo scontro, ad esempio fissare il calcio d’inizio il giorno successivo. Ma i diritti TV e altri incastri forzati hanno avuto la meglio sulla logica sportiva. La reazione non si è fatta attendere: Florentino Perez e la dirigenza del club hanno alzato la voce, promettendo che situazioni simili non si ripeteranno più. I toni si sono ulteriormente accesi quando Ancelotti, già critico da settimane, ha dichiarato nel post partita: “Se capitasse di nuovo non ci presenteremo”. Una frase pesante che, se tradotta in azione, porterebbe a una sconfitta a tavolino per il Real Madrid, come previsto dai regolamenti ufficiali. Il caso rischia di diventare un precedente pericoloso, che potrebbe scatenare un terremoto istituzionale in Liga.