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Lahreche e la FM Internazionale da dominatori: «Ma non è tutto così facile»

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Dall’adolescenza in Marocco a diventare uno dei totem del futsal piemontese: Younes Lahreche sta ora conducendo la FM Internazionale alla conquista con largo anticipo del Girone A di Serie C2

Con quindici punti di differenza a sei giornate dal termine, diventa veramente difficile pensare ad un epilogo diverso per la FM Internazionale. Nel girone A di serie C2 c’è una società piemontese che nel mese di febbraio può già programmare il futuro. Merito di chi si è seduto da questa stagione sulla poltrona dei comandi, ovvero quel Sergio Nicola che in passato, sia in campo regionale che nazionale, si è tolto parecchie soddisfazioni prima con il Crd e poi con il Cld Carmagnola. Per cercare di ricalcare i fasti di un tempo, ha deciso di ritornare nel futsal partendo dalla serie C2, consegnando le chiavi della squadra a Younes Lahreche. Così il player-manager di Rabat ha bruciato le tappe e messo in pratica le intenzioni del presidente: «Nonostante questi punti di vantaggio, non è stata sin qui una stagione facile – afferma Lahreche – Abbiamo allestito l’organico nell’ultimo periodo senza alcuna programmazione e in più tutte le squadre ormai sono organizzate sia tatticamente che fisicamente». Il traguardo della promozione per Lahreche è ad un passo. Ma ormai ci ha fatto l’abitudine in quanto in ogni società con cui ha militato ha tagliato sempre questo traguardo, fatta eccezione per Castellamonte. Vedi Crd, Cld Carmagnola, L84 e Val d’Lans prima di scrivere nel curriculum la FM Internazionale: «E’ vero, sono stato fortunato ad andare in società sempre molto professionali, e non fa eccezione il Castellamonte». La modestia non gli manca, ma parlare di fortuna non è in fondo così errato. Anche perché per un ragazzo nato in Marocco, il calcio a cinque era una disciplina di cui non ne conosceva nemmeno l’esistenza. Fino a quando è arrivato nella sua vita Sergio Nicola. Younes in patria si era ritagliato parecchie soddisfazioni da attaccante nel calcio, tanto da entrare anche nella Nazionale giovanile. Inseguiva un sogno, quello di ogni ragazzo. Farlo come lavoro, ma il Marocco non dava garanzie di questo tipo. Così durante una tournée europea con la nazionale marocchina decise di fare una fermata straordinaria a Torino per andare a trovare suo fratello. Sotto la Mole, suo fratello conosceva un amico che partecipava a tornei amatoriali e l’occasione è diventata ghiotta per cercare di dare una svolta alla propria vita. Così arrivò il giorno in cui incontrò Sergio Nicola, uno dei componenti di quella squadra amatoriale: «Mi ricordo che con quella squadra vincemmo qualsiasi torneo». Già perché Lahreche aveva il piede caldo, ma non l’esperienza di un giocatore di futsal: «Non ero mai entrato in un campo di dimensioni ridotte». Però con il passare degli anni, Nicola decide di entrare nei campionati di Federazione, portandosi sempre con sé sempre il ragazzo di Rabat: «Lui e sua moglie Teresa hanno fatto tantissimo per me e gli sarò grato per tutta la vita». Così come la conoscenza con Lino Gomes è come un tatuaggio che rimane per sempre addosso e lo consacra come un vero giocatore di calcio a cinque. Lahreche si è conquistato tutto questo con le unghie, le medesime che fanno la fortuna della moglie Inna, una vera campionessa capace di fare della sua professione di estetista una forma d’arte. Una storia da raccontare, in primis alla piccola Sofia, arrivata da poco ma già pronta ad esultare per i successi futuri del papà e della mamma.

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