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Nazionale italiana, Romano: «Peccato per il progetto Musti. Ecco come rilanciare l’Italfutsal»
Il campione Europeo di Anversa 2014 Sergio Romano intervistato da Quarantaventi.com ha analizzato il momento della Nazionale italiana
126 presenze e 25 gol con l’Italia. Numeri che riconducono a Sergio Romano, protagonista con la Nazionale italiana anche nel titolo europeo ad Anversa 2014. L’ex leader azzurro in un’intervista rilasciata a Quarantaventi.com si è soffermato sull’eliminazione precoce a Futsal Euro 2022: «Mi è dispiaciuto moltissimo per i ragazzi, tifando alla morte come se stessi lì. L’amarezza è soprattutto legata al fatto che un’altra occasione sia stata persa. Non intendo solo per vincere o fare bene, ma quantomeno per dare un’indicazione su quello che sarà il percorso, in qualsiasi direzione possa andare ».
Ha vissuto anche la delusione dell’eliminazione a Futsal Euro 2018 oltre che l’era di Menichelli e di Musti: «Onestamente credo si tratti di due percorsi diversi confrontandolo con quello di Bellarte, anche se mi limito a un giudizio da spettatore su questo Europeo mentre le prime due le ho vissute in prima persona. Penso che in Slovenia si sia chiuso un ciclo, per demeriti o per sfortuna e forse sarebbe stato giusto cambiare. Nella gestione Musti erano state gettate le basi per un progetto buono secondo me, ma purtroppo i risultati – anche se forse bisognerebbe dire un risultato – non ci hanno aiutato e di nuovo si è scelto di ripartire. Personalmente penso stessimo facendo un ottimo lavoro forse nel momento sbagliato per tanti fattori, anche esterni».
Non mancano le idee per un possibile rilancio della Nazionale: «Fare un progetto di crescita funzionale nel tempo, con un orizzonte a 5 o 10 anni. La parola che va più di moda da quando ho iniziato a giocare in Nazionale a ogni convocazione è sempre stata “italianizzare”, ma il problema per me non sono mai stati gli oriundi, anzi. Gente come Merlim, Murilo o Vampeta e Bertoni prima – sia per valore che per appartenenza – non potrà mai essere considerata un problema. Certo è che se il livello non è lo stesso, sempre in un discorso di ottica futura e generale credo che dar modo di crescere e magari sbagliare a più italiani possibili sarebbe più utile e funzionale per un progetto solido a lungo termine e che, soprattutto, duri nel tempo».