
La vittoria in finale sul Pescara di Fulvio Colini vale alla Luparense il sesto scudetto, al culmine di un decennio che l’ha eletta quale dominatrice incontrastata della serie A
Non ce l’ha fatta stavolta lo “Special One de noantri” a compiere l’ennesimo miracolo della sua carriera. Fulvio Colini e il suo Pescara si sono dovuti inchinare al ritorno sul trono in grande stile della Luparense. Per i Lupi padovani, è l’ideale chiusura di un cerchio iniziato proprio dieci anni fa con il primo scudetto. Ora, l’albo d’oro dice “sei” e fa della Luparense la società più titolata d’Italia, allungando su quella Roma RCB che dominò a cavallo degli anni Ottanta e Novanta. Ma era un altro futsal, anzi, un altro calcio a cinque. La geografia della nostra disciplina era fortemente romanocentrica, un’egemonia lunga oltre quindici anni che solamente la nostra Torino riuscì a interrompere, prima che l’avvento del nuovo Millennio rivoluzionasse la storia. Chiusa la breve parentesi vincente del Prato, le mani venete si alzeranno al cielo ben dieci volte su quattordici, con Arzignano e Marca a suffragare il cammino dei Lupi e le sole Perugia, Montesilvano, Pescara e Orange Asti a ostacolarne l’egemonia. Indizi sin troppo evidenti su quale continui a essere la regione trainante della nostra disciplina, insieme a un Lazio che resta avanti anni luce a livello di settore giovanile, ma che fatica sempre più a trovare società di prima classe.