
Serie A, bomber a pezzi: "Subito otto operazioni" (Pixabay) - Futsalnews24.com
Il racconto del bomber è devastante: otto operazioni, troppi infortuni e la carriera che termina troppo presto perché andare avanti non ha senso
Ha toccato quasi quota 100 gol in carriera, ha trafitto portieri in tutte le categorie. La sua carriera però è stata segnata in maniera indelebile dagli infortuni: tanti e quasi tutti gravi.
Ne ha passate di tutti i colori ed ora ricorda forse con qualche rimpianto la sua carriera, chiusa a 33 anni perché il fisico ormai non ne aveva più. Difficile potesse averne ancora visto le otto operazioni subite nel corso della carriera: Roberto Stellone si è tuffato subito nella carriera di allenatore ed adesso guida la Vis Pesaro in Serie C, con la squadra in piena zona playoff dopo essere partita per salvarsi.
L’ex attaccante di Napoli, Genoa e Torino (tre delle formazioni più importanti in cui ha allenato) ricorda a Fanpage.it la sua carriera, rimarca i tanti infortuni avuti e immagina quel che avrebbe potuto essere e non è stato. L’attuale tecnico racconta: “Potevo fare molti più gol e tanti ne ho fatti in Serie B. Ho fatto i conti con qualche infortunio di troppo, ma ho giocato in piazze importanti, vincendo quattro campionati di Serie B e togliendomi soddisfazioni anche in A“.
Stellone e le otto operazioni: “Ho sempre reagito”
Soddisfazioni come il gol alla Juventus con la maglia del Napoli al debutto in Serie A: una rete che sembrava il preludio di una grande carriera, ma un infortunio bloccò la sua crescita e lo costrinse ad un anno di stop.

“Ero giovane e vincemmo il campionato per tornare in Serie A – racconta Stellone – . Fu bellissimo. Il gol al debutto contro la Juventus. Tanti anni ricchi di gioie e anche dolori, visto che purtroppo mi sono fatto male spesso. Mi hanno fatto crescere come uomo e come calciatore“. Proprio gli infortuni sono il grande rimpianto dell’ex attaccante che racconta di quanto si fece male a Lucca, quando era nel giro dell’Under 21: rottura del tendine d’Achille ed un anno di stop.
“Dovevo partire in ritiro con il Parma di Malesani, con cui ho fatto un paio dei mesi di allenamenti. Quello fu un anno triste ma a livello mentale ho sempre reagito ad ogni operazione”. Tante ne ha avute ben otto: “Non mi sono mai fermato. Anche a Napoli fu dura perché mi feci male all’inizio della stagione e mi fermai tutto l’anno, con la squadra che retrocesse e dovetti ripartire anche io dalla B“. Si è sempre rialzato nonostante il destino lo avesse preso di mira. Ora da allenatore si gode l’annata della sua Vis Pesaro e punta alla Serie B.