Sport italiano in lutto, è morta la Leggenda della squadra - Futsalnews24.com (Pixabay)
Certe notizie colpiscono come un silenzio improvviso in un palazzetto pieno. Un vuoto che si fa rumore, tra gli spalti, tra i ricordi, tra le luci che si spengono per l’ultima volta.
A Reggio Calabria, il mondo del basket si è fermato. Non per un risultato, non per una promozione, ma per qualcosa di infinitamente più grande e doloroso: la perdita di un punto fermo, di un volto familiare, di una presenza rassicurante che ha attraversato generazioni e generazioni di sportivi. Non era solo un dirigente, né solo un ex giocatore. Era un testimone vivente della storia del basket reggino, l’uomo che apriva i cancelli del centro sportivo prima ancora che sorgesse il sole e li richiudeva con l’ultimo riflesso sulle pareti del palazzetto.
Figura discreta, instancabile, padre adottivo di centinaia di giovani cresciuti tra il parquet e la vita. Il suo nome non serve pronunciarlo subito, perché chiunque abbia messo piede almeno una volta nella casa della Viola Basket, lo conosce. E oggi lo piange. Un pezzo di cuore della pallacanestro reggina se n’è andato. E con lui, una parte della sua anima.
A spegnersi è stato Pasquale Favano, leggenda e pilastro della Cestistica Piero Viola, storico punto di riferimento del basket a Reggio Calabria. Classe 1946, ex giocatore e dirigente, Favano è stato per decenni l’anima silenziosa del club: dal settore giovanile alla prima squadra, dalle strutture logistiche al cuore pulsante del movimento neroarancio. I messaggi di cordoglio si sono moltiplicati ovunque, sui social e dai rappresentanti delle istituzioni. Il sindaco Giuseppe Falcomatà lo ha definito “un gentiluomo d’altri tempi, un esempio di umanità e rigore”, mentre la società Viola ha parlato di “una guida discreta, sempre presente, un amico di tutti”.
Anche la FIP Calabria, con il presidente Paolo Surace, ha espresso “profondo dolore per la perdita di una figura che ha incarnato i valori del basket e della nostra comunità”, mentre il mondo del minibasket e del basket in carrozzina si è stretto attorno alla famiglia con parole sincere di affetto e riconoscenza. Favano non era solo un collaboratore. Era un’istituzione. Il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via. Un uomo che ha lasciato impronte, non solo passi. Un simbolo che, pur andandosene, continuerà a vivere in ogni angolo di parquet.
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